martedì 27 novembre 2018

 
 
 
La contromina del bastione delle Isole
Vi si accede scendendo due ripide rampe di scale in pietra dotate di piccole nicchie, ricavate nelle pareti laterali, dove venivano collocate le torce di fuoco destinate ad illuminare i gradini. Progettata dall’ingegnere militare Pietro Antonio Tomasello da Padova, fu costruita intorno al 1530.
Si tratta di un cunicolo dal soffitto basso - percorribile con la schiena piegata - che avanza lungo il perimetro del bastione. Questo cunicolo, alto mediamente un metro e 60 cm, è largo circa un metro, ma in alcuni punti presenta delle piccole stanze - con planimetria ora quadrata, ora rettangolare - dove la larghezza raggiunge anche i due metri.
Nella contromina, in caso d’assedio, i difensori avrebbero pazientemente vigilato ascoltando l’eventuale approssimarsi dei colpi di piccone del nemico. Per attaccare il bastione quest’ultimo avrebbe infatti scavato in gran segreto un cunicolo sotterraneo (mina) per avvicinarsi a poco a poco alle fondamenta dello stesso bastione, dove avrebbe collocato potenti cariche esplosive capaci di sbriciolare le possenti murature. Efficaci tubazioni progettate dall’ingegnere Tomasello (i catùsi) avrebbero neutralizzato il nemico qualora avesse invaso la contromina. Attraverso tali tubazioni, che dalla pavimentazione del piano superiore giungono sino al soffitto della contromina, i difensori iniettavano infatti sostanze asfissianti in grado di uccidere gli assedianti.
Il tratto terminale della contromina presenta una ripida rampa di scale che consente di risalire al piano superiore, ma attualmente l’uscita è murata.
La contromina del bastione delle Isole venne dotata successivamente di un’apertura che la metteva in comunicazione con l’esterno della città murata e precisamente con la parte alta dell’odierna “Salita Porticella”. Tale comunicazione con l’esterno è testimoniata da una pianta risalente alla prima metà dell’Ottocento e pubblicata nel 1992 da Liliane Dufour nel suo «Atlante storico della Sicilia».